L'immaginazione Guidata: L'incontro tra le parti
- Alberto Gambetta
- 19 ago 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Articolo pubblicato sulla Rivista On Line "Coaching Zone".
In fondo noi siamo costituiti da parti, ognuna delle quali ha come fine il nostro bene, ma che possono agire in modi inefficaci, disfunzionali o addirittura dannosi. Siamo un insieme di parti che è importante riconoscere, comprendere e riportare all'armonia, perché ci influenzano condizionandoci la vita. Sono come un dubbio, un dolorino o così schive da non accorgersi del loro agire. Due di esse sono il bambino interiore, e il se esteso: l’anziano che ha raggiunto il suo pieno potenziale, la parte che possiede la saggezza. Esistono vari modi per trattare con le parti. In ogni caso il primo passo è quello di accoglierle e ascoltare cosa hanno da dire senza giudicare. Ma c’è un altro modo più immediato: l'immaginazione guidata. È uno strumento efficace con bambini e adolescenti per l’apprendimento, la consapevolezza di sé. Somiglia alla visualizzazione, ma con una differenza. Nella visualizzazione guidata siamo noi a dirigere. Nell'immaginazione guidata rinunciamo al controllo lasciando la libertà di agire e interagire. È più simile a un sogno ad occhi aperti in cui si detta un canovaccio. Attraverso l’immaginazione guidata è possibile entrare in contatto sia col bambino che con il sé esteso, imparando dalla curiosità e dallo stupore dell'uno e dalla saggezza e dal sapere dell’altro: vale a dire riconoscere e cambiare convinzioni e comportamenti inefficaci appresi nell'infanzia, e attingere a una saggezza profonda. Cerchiamo risposte in un sapere interiore, naturale, una risorsa sfuggente e nascosta. Si può sperimentare con l’esercizio “Il sé esteso" (M. Murdock, L’Immaginazione guidata con bambini e adolescenti) adatto dai 15 anni in poi e nei momenti di confusione, ma il metodo è adatto a esplorare altre parti che siano emerse durante le coaching. La ricetta della mia variante: dosa pazientemente empatia, mindfulness, linguaggio ipnotico, e lascia che accada. Poi dai modo al coachee di raccontare o disegnare quanto ha vissuto. In questa fase è fondamentale il rispecchiamento. Rispettare l’inclinazione verso un canale o l'altro lo è altrettanto. Possono uscire aspetti inattesi, rivelazioni vere e proprie: tutto sta nel rispettare i tempi. In una sessione successiva si può accompagnare il coachee a focalizzare su quanto di più urgente sia emerso. Ma questa è un’altra parte del lavoro. Qui mi interessa evidenziare la distinzione tra visualizzazione e immaginazione guidate, e mostrare che le tecniche si valorizzano a vicenda: si (ri)chiamano l’un l’altro suggerendo percorsi potenti e creativi.
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